Nel territorio della Valsamoggia sono tuttora presenti numerosi “pilastrini” o “maestà”: espressioni di devozione popolare rintracciabili in tutta la regione e particolarmente nella zona appenninica. Larga parte di questi pilastrini erano posti in prossimità di bivi o crocevia fin dal XVI° secolo ma probabilmente risalgono a tempi ancora più antichi, quando al loro posto erano già presenti piccole edicole in legno o alberi sui quali era collocata un’immagine sacra. Sul piano prettamente pratico, questi pilastrini potevano svolgere la funzione di “segnali stradali” per i viaggiatori, in altri casi “termini” per stabilire confini o ancora come punti di riferimento per orientarsi. In qualità di testimonianze della religiosità popolare, si presentano come un segno tangibile della devozione degli abitanti del contado nei confronti della Vergine e dei santi più venerati. La mostra “O buona gente che di qui passate”, pur raccogliendo solo una parte di tutte le fotografie presenti nel libro di Gualtiero Leonellli “PILASTRINI – una ricerca fotografica sul sacro popolare in Valsamoggia”, illustra egregiamente un aspetto della cultura popolare della Valsamoggia poco noto ma piuttosto interessante. L’Ecomuseo della collina e del vino a Castello di Serravalle si candida ancora una volta come un luogo ideale per ospitare iniziative come questa così strettamente legate all’identità del territorio.
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